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Benessere fisico

Recupero post infortunio: i consigli di Fabio Giudici

A qualsiasi tipo di runner, o di atleta in generale che si sia posto degli obiettivi importanti da portare a termine, è capitato almeno una volta nella vita di subire un infortunio prima o durante una competizione sportiva, nonostante mesi di allenamenti e totale dedizione.

Subire un infortunio può essere frustrante sia fisicamente che psicologicamente: Fabio Giudici, il maratoneta e ambassador di SportsShoes per l'Italia, ha vissuto tale esperienza proprio mentre correva la Maratona di Siviglia e in questo articolo condivide con noi qualche consiglio su come riprendersi dagli infortuni e vivere questi incidenti nel modo più sereno possibile.

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1. Ciao Fabio, sei reduce dalla recente Maratona di Siviglia dove purtroppo a causa di un dolore al ginocchio sei stato costretto a ritirarti al passaggio della mezza maratona. Come ti senti ora?

Ciao e grazie per ospitarmi nuovamente sul blog di sportsshoes, effettivamente non è stato un momento memorabile nella mia carriera podistica.

Onestamente non so identificare con chiarezza come mi sento, da un lato c’è la soddisfazione di aver fatto un bell’esercizio di equilibrismo per bilanciare e godermi l’esperienza finché ne ho avuto la possibilità: essermi allenato con dedizione e professionalità come mai prima d’ora, aver lavorato nuovamente con Phil, e il giorno della gara avere avuto il self control di non rovinarmi forzando oltre il limite che il mio corpo mi stava mostrando; però dall’altro lato sono anche deluso perché puntavo su questa maratona per poter scendere sotto le due ore e mezza, un traguardo che due anni fa avrei ritenuto impensabile).

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2. Quali erano le sensazioni prima della gara? Ti aspettavi questo risultato?

Purtroppo (o per fortuna) si, il ritiro era tra le opzioni sul tavolo. Nelle ultime tre settimane prima della gara ho corso molto poco a causa dell’infiammazione alla bandelletta che si è presentata poco dopo il ritorno agli allenamenti al termine della lieve influenza che mi aveva colpito a gennaio.

Poco prima della gara le sensazioni erano tornate buone: il dolore se ne era quasi andato e le gambe erano fresche (non essendomi allenato) rimaneva l’incognita di quanto allenamento avessi perso in questo periodo di riposo forzato e a quale intensità si sarebbe ripresentato il dolore. Avendo ragionato in maniera realistica sulle mie aspettative avevo già identificato sul percorso quattro punti di ritiro possibili (oltre al miraggio della linea d’arrivo) e in fin dei conti mi son fermato al terzo su quattro: non male, nel male.

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3. Come pensi di recuperare e prepararti per le tue prossime gare?

Ora sto seguendo una serie di esercizi di rinforzo per il quadricipite e per il gluteo sinistro, dal momento che, almeno nel mio caso, l’infiammazione della bandelletta è causata da un rilassamento\indebolimento del muscolo tensore della fascia lata. Restituire un po’ di forza e volume muscolare è la strada migliore per risolvere il problema e mi ci sto impegnando di modo da presentarmi all’inizio della prossima preparazione pronto per supportarne i carichi di lavoro.

Nel frattempo sto iniziando a inserire piccole uscite di corsa di 35\40’ a giorni alterni per ritrovare il feeling con la strada e tornare ad avere una corsa fluida senza i dolori o di rigidità articolare.

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4. Quale piano di allenamento consigli a chi si sta riprendendo da un infortunio?

Ogni infortunio è diverso e necessita piani di allenamento diversi, da quando corro ho dovuto far fronte a numerose riprese e sono state tutte diverse ma gli elementi base che ho visto funzionare su di me sono:

  • Un rientro graduale all’attività in cui riattivo il fisico e lo riabituo alla corsa a giorni alterni con un ridotto volume chilometrico.

  • L’inserimento di un periodo di recupero della mobilità e dei fondamentali della corsa: quando corro sto molto attendo a correre meglio di come correvo prima, come muovo le braccia e le come appoggio i piedi, il tempo che non uso per correre lo dedico a stretching\potenziamento specifico\andature.

  • Una fase di adattamento ai carichi di lavoro: una volta stabilizzata la corsa inizio a inserire delle uscite qualitative più rade e di poco volume per poi crescere fino a tornare a regime volumetrico ottimale.

Un consiglio generale che mi sento di poter condividere è di non avere fretta nel tornare ad allenarsi, purtroppo parte dell'infortunio è stata causata anche dal mio desiderio di correre subito e tanto dopo la settimana di influenza di cui avevo scritto durante il mese di gennaio, pur avendo detto e consigliato di non esagerare DURANTE l’influenza non ho considerato il POST.

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5. Cosa consigli ad atleti che spesso antepongono i loro successi personali alla propria salute, spingendo il proprio corpo al limite?

Lo sconsiglio: sono contrario ad anteporre i “successi” alla salute. In particolar modo se il “successo” è portare a termine una gara in una condizione fisica non ottimale già al momento della partenza.

Non amo la narrazione atleta-superuomo con il dovere di portare a terminare la gara a costo della propria salute. Non raggiungere il successo è naturale nello sport, che sia una volata a fine gara o il mancato raggiungimento degli obiettivi per pochi (o tanti) secondi. Fa parte del gioco, e cambiare obiettivo da “voglio fare questo tempo” a “devo finire la gara a ogni costo” è solo un modo per nascondere il mancato raggiungimento dell’obiettivo principale quando, in maniera più salubre, si potrebbe dire “non ce l’ho fatta”.

Spingere il corpo oltre il limite lo trovo dannoso e, come dicevo prima, le conseguenze possono andare ben oltre la linea d’arrivo o il periodo di riposo naturalmente previsto dopo una competizione, visto che un infortunio mal curato potrebbe causare danno permanenti. Ho in mente un paio di episodi della mia vita sportiva in cui mi sono lasciato andare ad atteggiamenti eroici ma se tornassi indietro eviterei volentieri di metterli in atto perchè in entrambi i casi le conseguenze a medio-lungo termine sono state molto peggiori della soddisfazione d’aver portato a compimento quella che sul momento mi era sembrata una grande impresa.

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6. Secondo te qual'è scarpa giusta per tutelare le articolazioni e quali sono le caratteristiche da considerare (ammortizzazione? drop? tomaia rinforzata?)

Partiamo dal presupposto che sono un atleta poco esoso in termini di protezione articolare grazie al peso e ad una meccanica di corsa abbastanza rotonda, nonostante ciò preferisco utilizzare per le mie easy run \ recovery run delle scarpe che offrono una corsa protettiva particolarmente ammortizzata di modo da non influire troppo sulle articolazioni, non guardo molto il drop della scarpa perchè a fronte di una buona ammortizzazione per me il drop è un aspetto secondario. Per quanto riguarda la tomaia la mia scelta ricade sempre sulla tomaia più semplice possibile, al limite gioco con le stringhe per fermare più o meno il piede all’interno della scarpa.

Attualmente il mio paio di scarpe ideali per tutelare le articolazioni e ricominciare a correre dopo un infortunio sono le Nike Zoomx Invincible Run Flyknit 3 oppure le Mizuno Wave Neo Ultra.

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